Il Web è morto. App, webapp, e HTML5 Offline
Il web sta cambiando sempre più velocemente, fenomeni come l'iPhone di Apple e il sempre più implementato HTML5 sono sempre più sulla bocca di tutti anche di quelli che non hanno ben chiaro il funzionamento ma vogliono comunque contribuire a dire la loro e generare confusione e buzz.
C'é un articolo di Wired intitolato "The web is dead" che è stato riportato anche blogger quali Tagliaerbe e Mantellini che sembra il miglior frutto delle campagne di marketing della Apple, viene sponsorizzata l'applicazione di Wired per ipad e si dice che il "web è morto" o castronate del tipo che ora si usa objective-c al posto di javascript o le apps al posto del browser.
C'é un'app per tutto, ma va?
Non so se rammaricarmi per il pressapochismo dell'analisi o per il successo di Apple che è riuscita ad inculcare che "c'é un app per tutto" quando nessuno si meraviglia che già c'é una webapp per tutto oppure una URL e non c'é bisogno di uno smarphone Apple per poterne usufruire.
Poi "app".., ci sono applicazioni per riviste, come quella di Mashable per Android, che non offrono nulla in più rispetto al classico sito standard per dispositivi mobili.
Perché esistono? L'idea che mi sono fatto è che dare o regalare un'app che funziona solo online è di più rispetto al dare solo un indirizzo internet. Da' più il senso di possesso, un po' come a occhio un kilo di piombo pesa di più di un kilo di piume :D
Spacciare per "applicazioni" dei meri "contenitori" di un servizio è un po' azzardato, perché un servizio (anche se gratuito) potrebbe un giorno essere disattivato, mentre un'applicazione classica no.
Cloud Computing o Offline Computing
C'é chi mette tutto online su Facebook, accetta le richieste di giochini che vogliono accedere alla lista contatti e ad altre risorse insolite e poi c'é chi si sente braccato e non si fida di servizi quali Google & Friends. Chi fa meglio per la propria sicurezza?
Non c'é un comportamento rischioso a priori nel mettere i propri dati online, se c'é un motivo valido per farlo e la fiducia e la consapevolezza di chi li gestirà. Il problema del Cloud "Coso" è che dovrebbe funzionare un minimo anche offline.
Il web non è mai vivo come adesso e tra un'applicazione binaria che gestisce i propri dati e un'applicazione in HTML5 che funzionerà offline tramite la specifica FileAPI non ci sarà molta differenza, e per la gioia dei cloud-scettici le specifiche W3C quali FileReader e FileWriter dovrebbero portare in futuro la possibilità di avere un programma multipiattaforma e offline in modo standard.
Per ora l'editor d'immagini in HTML5 Mugtug è il miglior esempio. Altre applicazioni interessanti ci saranno in autunno con l'uscita di Android 3.0 che renderà disponibili accelerometri, camera e altri dispositivi hardware all'interno del browser e quindi delle webapp.