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Google rimuove la possibilità di installare app su Android senza permesso

Negli ultimi anni, le politiche relative all'installazione di applicazioni sui dispositivi mobili hanno subito significativi cambiamenti, con particolare attenzione alle nuove restrizioni implementate da Google per gli sviluppatori Android. Questo articolo analizza le principali questioni emerse nel dibattito sulla libertà degli utenti di installare le applicazioni che desiderano sui propri dispositivi.

Le Nuove Restrizioni di Google per gli Sviluppatori

Google sta introducendo un sistema che richiede agli sviluppatori di verificare la propria identità, pagando una piccola tariffa e mostrando un documento d'identità. Questo processo comporta che Google possa accettare o rifiutare uno sviluppatore in base alla verifica dell'identità.

Il problema principale di questa politica è che introduce un ostacolo tra la scrittura del codice e la possibilità di eseguirlo sul proprio telefono. Prima, uno sviluppatore poteva semplicemente scrivere codice ed eseguirlo direttamente sul proprio dispositivo; ora, è necessario ottenere il permesso di Google per poter installare applicazioni anche sul proprio telefono.

Differenza tra Verifica degli Sviluppatori e Revisione delle Applicazioni

È importante distinguere tra due concetti spesso confusi:

  • La verifica degli sviluppatori (processo in cui Google controlla l'identità dello sviluppatore)
  • La revisione delle applicazioni (processo in cui gli store controllano il contenuto delle app)

Mentre gli app store tradizionali esaminano le applicazioni per decidere se approvarle, questa nuova politica riguarda esclusivamente la verifica dell'identità dello sviluppatore. Tuttavia, per molti utenti questa distinzione risulta irrilevante, poiché il risultato finale è comunque la limitazione della libertà di installare applicazioni scelte personalmente.

Il Problema della Terminologia "Sideloading"

Un aspetto particolarmente critico riguarda la terminologia utilizzata. L'installazione di applicazioni al di fuori dello store ufficiale viene definita "sideloading", ma questa terminologia è fuorviante.

Sui computer, quando si scarica un file .exe e lo si esegue per installare un'applicazione, non si definisce "sideloading" - è semplicemente installare un'applicazione. La definizione di "sideloading" per i dispositivi mobili è stata creata perché siamo stati condizionati all'idea che non si possa installare applicazioni su un telefono a meno che non siano approvate dal produttore.

Nonostante si spendano quasi 1.000 dollari per un telefono, gli utenti non possono installare ciò che desiderano a meno che il produttore non dia il permesso. Questa situazione è stata normalizzata da Apple, che ha introdotto il concetto che gli utenti non possano installare applicazioni a loro scelta sui propri dispositivi.

Confronto tra Google e Apple

Nel panorama delle politiche restrittive, emerge un interessante confronto tra Google e Apple. Secondo alcune osservazioni, "Android e Google sono mezzo malvagi, mentre Apple è completamente malvagia". Tuttavia, la domanda sorge spontanea: se Google continua ad avere problemi simili a quelli di Apple nonostante sia solo "mezzo malvagio", perché non diventare "completamente malvagio"?

All'interno di Google ci sono probabilmente persone che sostengono la possibilità di installare qualsiasi applicazione scelta, che vogliono che il progetto open source di Android esista come tale, e che desiderano mantenere molte delle libertà che Google ha storicamente promosso.

Critica alle Argomentazioni di Sicurezza

Una delle argomentazioni spesso utilizzate per giustificare queste restrizioni è la sicurezza. Tuttavia, questa giustificazione viene messa in discussione con un esempio significativo: installare un programma sul proprio computer a casa non è comparabile con azioni che potrebbero mettere in pericolo la vita di altre persone, come interferire con i sistemi di un aereo.

L'argomento della sicurezza utilizzato per limitare l'installazione di applicazioni sui dispositivi personali appare quindi sproporzionato e inappropriato, poiché non esiste un reale parallelismo tra questi scenari.

Conclusione

La crescente restrizione della libertà di installare applicazioni sui dispositivi mobili rappresenta una preoccupante tendenza nel panorama tecnologico. Mentre le aziende giustificano queste politiche con argomenti di sicurezza, in realtà stanno normalizzando l'idea che gli utenti non abbiano il pieno controllo sui dispositivi che hanno acquistato.

La distinzione tra "mezzo malvagio" e "completamente malvagio" tra Google e Apple potrebbe essere meno rilevante di quanto sembri, poiché entrambe le aziende stanno progressivamente limitando le libertà degli utenti. È fondamentale che gli utenti siano consapevoli di questi cambiamenti e comprendano che possedere un dispositivo non significa necessariamente avere il pieno controllo su di esso.

La vera questione non è solo tecnica, ma riguarda i diritti degli utenti e la proprietà effettiva dei dispositivi che acquistiamo. Dovremmo poter installare qualsiasi applicazione scegliamo sui nostri dispositivi, proprio come possiamo installare software sui nostri computer, senza dover chiedere permesso a nessuno.